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Cunto de li cunti, Lo, ovvero Lo trattenemiento de' peccerille.

Raccolta di fiabe di Giambattista Basile, pubblicata postuma fra il 1634 e il 1636. Nota anche con il titolo di Pentamerone, è composta da cinquanta favole che si fingono raccontate in cinque giorni da dieci vecchie. Tutta l'opera, che costituisce un documento molto importante per la storia dell'evoluzione della novellistica popolare, è scritta in napoletano, particolare che ne ostacolò, per un certo periodo di tempo, la diffusione. È una valida raccolta ispirata ai motivi miracolistici e fantasiosi delle novelle arabe. Lo stile di Basile, arguto ma complesso, vero specchio dell'epoca barocca in cui visse, è caratterizzato da forme ridondanti di ornamenti; l'opera risulta comunque fusa in un tutto armonioso e convincente. Filo conduttore della serie di fiabe è la storia della malinconica principessa Zoza, la quale, per volere di una strega, è condannata a rimanere zitella, a meno che non riesca a raggiungere il principe di Camporotondo, il quale giace in una tomba fuori dalle mura della città. La fanciulla cerca il sepolcro per sette lunghi anni, durante i quali si dipana il racconto; trovatolo, può finalmente unirsi in matrimonio con l'amato. L'opera fu tradotta in italiano da Benedetto Croce nel 1925.